Quante volte, dopo ore e ore di attesa nelle lavorazioni dei lievitati,
pensando di aver fatto tutto “come diceva la ricetta”, utilizzando quelli che
secondo voi erano “buoni ingredietni”, avete sfornato mattoni che non sono
piaciuti a nessuno, quasi quasi nemmeno al cane, scoraggiandovi e facendovi pensare di deporre le armi??
Si dice che “dai propri errori si impara sempre qualcosa”.
Mai sentita frase più vera! Dopo aver commesso tanti errori
e, essendo pronta a rimediarne tanti altri che commetterò, ho deciso di
elencarvi gli errori più comuni che portano ad ottenere risultati scadenti e
assolutamente non soddisfacenti, pur dopo tanta fatica.
Ci sono diversi passaggi da non sottovalutare che vi
riassumerò nei seguenti punti ( per scriverli ho fatto riferimento a conoscenze
avvenute in questi mesi e a questo link che è stato illuminante ).
Spero possano esservi utili quanto lo sono stati, e lo
saranno, per me.
Buona fortuna :)
● USO DI FARINE INADATTE :
Ogni preparazione richiede l’uso di farine con
caratteristiche differenti per garantire la sofficità e la consistenza dei
prodotti finali; per permettere ad impasti come questo, con un’altissima
idratazione, di incordarsi e di reggere la cottura
0,00,1,2 indicano la macinatura della farina.
Un indicatore fondamentale, che non troverete scritto nei
pacchi delle farine perché per legge in Italia non si è obbligati a segnalarlo,
è la “ W ” ovvero la forza della farina, cioè la capacità di
generare glutine durante la lavorazione e che permetterà poi di formare il velo glutinico, la struttura portante
di tutto il vostro impasto che consentirà ai vostri impasti di gonfiarsi.
Eccone alcuni esempi trovati sul web :
Per verificare che il reticolo del velo glutinico si sia formato, potete bagnarvi leggermente la punta delle dita, prelevare una piccola porzione dall'impasto, allargarla con le dita e distenderla: se ottenete il risultato qui di sopra potete continuare con la lievitazione, altrimenti dovrete lavorarlo ulteriormente per incordarlo meglio.
Inoltre ecco un'importante differenziazione :
- Farina più
forte : adatta per lievitazioni più lunghe,
- Farina più
debole : adatta per impasti che non necessitano di lievitazioni tanto lunghe.
Normalmente farine di qualità si possono trovare in
supermercati specifici che possono darvi anche le giuste informazioni sulla
forza.
● LAVORAZIONI DEGLI IMPASTI TROPPO BREVI :
A quanti di voi capita di pensare di non aver commesso
nessun errore in alcune preparazioni e di non capacitarsi di come sia possibile
di aver sfornato un mattone??
Uno dei motivi più comuni che portano ad ottenere pani o
focacce duri, “mazzosi” come si dice qua in Sardegna, è la lavorazione
insufficiente degli impasti.
Il glutine ha bisogno di tempo ed energia per svilupparsi,
distendersi e poi intrecciarsi fino a divenire quella rete continua,
impermeabile ai gas di lievitazione, responsabile della capacità del pane di
levitare e gonfiarsi diventando leggero. L’energia viene fornita lavorando
l’impasto e se il tempo impiegato non è sufficiente, la rete impermeabile non
si forma, i gas di lievitazione fuoriescono e il pane resta denso e pesante.
● ECCESSIVA DOSE D’ACQUA :
Utilizzare troppa acqua negli impasti comporta una difficile
lavorazione e lievitazione degli impasti.
Le idratazioni normalmente sono abbastanza contenute e
corrispondono al 60 % ( 600gr di acqua per 1000gr di farina ). Per riuscire ad
ottenere buoni risultati con lavorazioni ad alta idratazione bisogna avere una
buona manualità o un’impastatrice. Se non si lavorano a sufficienza questi
risulteranno essere troppo pesanti e fiacchi, difficili da formare e piatti.
● LIEVITAZIONE INSUFFICIENTE :
La fase di lievitazione è un passaggio cruciale per la buona
riuscita dei vostri lievitati.
Una volta finiti di impastare, inizia la fase della
fermentazione, nella quale i lieviti producono l’anidride carbonica che gonfia
l’impasto.
Durante questa fase l’impasto prende forza e diviene in
grado di trattenere meglio i gas di lievitazione e di mantenere meglio la forma
data.
Per lavorare in modo corretto potremo perciò seguire una
semplice scaletta di marcia: preparazione
dell’impasto, tempo di riposo di
tutta la massa ottenuta per un certo tempo (la fermentazione in massa, detta “ puntata ”), suddivisione dei vari pezzi e conseguente formatura ( per quanto riguarda la preparazione del pane, per
esempio ), lievitazione finale.
In casa, normalmente, si ottiene un buon equilibrio con un
tempo di puntata che permetta almeno il raddoppio della massa iniziale.
● INFORNATURA NEL MOMENTO SBAGLIATO :
Se inforniamo il nostro lievitato al momento sbagliato,
questo non riuscirà a gonfiarsi con il calore all’interno del forno e rimarrà
compatto.
Spesso incorriamo nell’errore di infornare troppo presto, ma
a volte capita anche l’esatto contrario ed inforniamo troppo tardi. “Se
inforniamo in questa fase di lievitazione insufficiente, i lieviti in forno non
riusciranno ad allargare i buchi e il pane non crescerà rimanendo denso. –
dicono nel sito a cui ho fatto riferimento - Viceversa se aspetteremo troppo e
la lievitazione sarà eccessiva, le pareti delle bolle di aria saranno talmente
sottili che i lieviti spingendo le bucheranno, il pane collasserà e anche in
questo caso sforneremo il solito mattone.”
Teniamo sempre conto, dunque, che una lievitazione corretta
la si ha quando il nostro impasto raddoppia il proprio volume.
● LA COTTURA :
I forni casalinghi non sono paragonabili a quelli delle
pasticcerie e delle panetterie. Per questo motivo la cottura in un forno non professionale
è più complessa se non lo si sa gestire bene.
Ci sono alcuni trucchi per agevolare la cottura e per
compensare alcune mancanze.
Si trovano ormai facilmente in commercio le pietre refrattarie che immagazzinano
molto calore durante la fase di riscaldamento dei forni e non si raffreddano a
contatto con il pane o le pizze, per esempio. I lievitati ricevendo una grande
quantità di calore dal basso si gonfiano molto meglio risultando più leggeri e
alveolati. Se non si possiede la pietra refrattaria si può sostituire capovolgendo una teglia al di sotto di
quella in cui riporrete il vostro impasto per la cottura ( non sostituirà in
modo eccellente la pietra refrattaria o un forno professionale, ma ne simulerà
l’effetto ).
Un ruolo fondamentale durante questo passaggio è inoltre il vapore, per quanto riguarda la
preparazione del pane. Questo problema può essere risolto in vari modi: quello più immediato ed economico è dotarsi
di uno spruzzino con il quale spruzzare dell’acqua sulle
pareti del vostro forno subito dopo aver inserito il pane, una decina di
spruzzate sono di norma sufficienti; un altro modo può essere quello di
inserire sul fondo del forno un pentolino con acqua rovente che durante la
cottura produrrà del vapore; si può infine utilizzare una pentola in ghisa con
coperchio, entrambi arroventati in forno, dentro il quale posizionare il pane:
il coperchio fa si che il vapore naturalmente rilasciato dal pane che cuoce
rimanga dentro la pentola; dopo circa 20 minuti si estrae il pane dalla pentola
e si finisce la cottura sulla griglia del forno.
● IL RAFFREDDAMENTO :
Sfornato il pane o i dolci metteteli a raffreddare su una
gratella per dolci oppure, per quanto riguarda il pane, appoggiato in diagonale
a una parete pulita della cucina.
Questo permette di far circolare più aria possibile attorno
alle pietanze in modo che il vapore che fuoriesca non ristagni rammollendole
esternamente.
Claudia
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